Stupore e tremori


di Amélie Nothomb


L’onore consiste il più delle volte nell’essere idioti. Non è meglio comportarsi da imbecilli che disonorarsi? Ancora oggi arrossisco all’idea di aver preferito l’intelligenza alla decenza.

La giovane Amélie racconta il suo primo anno di lavoro in un’azienda giapponese. E’ quello che ha sempre sognato, perché ama moltissimo questo Paese, ma purtroppo l’esperienza si rivelerà fin da subito deludente, e non farà che peggiorare.

Avevo sentito parlare molto della Nothomb, quasi come un fenomeno letterario, ed in effetti mi piace molto il suo modo di scrivere. Però questo libro mi ha lascito una grande perplessità. Sono abituata a leggere del mondo nipponico nei libri di Banana Yoshimoto, e la Nothomb me lo presenta in maniera quasi opposta sotto certi aspetti. Per esempio il Giappone della Yoshimoto è una società sessualmente libera, priva del pudore cristiano/occidentale. Invece la Nothomb mi mostra un Giappone in cui una donna venticinquenne non sposata deve vergognarsi, e in ogni caso non può permettersi di avere una relazione sessuale, se ci tiene al suo buon nome.
Insomma, anche tenendo conto di invenzioni ed esagerazioni, ci sono veramente un sacco di differenze! Allora, dando per scontato che dicano entrambe la verità, mi viene in mente un’unica spiegazione: esistono in Giappone due mondi distinti e diversissimi tra loro, quello delle aziende e quello di chi fa altri lavori. Infatti nei libri della Yoshimoto i personaggi fanno lavori spesso creativi e particolari, comunque sempre autonomi o al massimo in piccole aziende a conduzione familiare, non s’è mai visto un impiegato.
Va bè, a parte questo, il libro è godibilissimo, ho adorato soprattutto le sue autodefenestrazioni immaginarie. Mi ha dato invece un po’ fastidio il modo esagerato di descrivere l’umiliazione del lavorare nel bagno. Capisco che da un giapponese può essere visto così, ma ci sono comunque un sacco di persone che fanno questo lavoro, utilissimo e dignitosissimo.
Altra cosa che invece m’è piaciuta molto è la spiegazione del motivo del titolo. Poiché avviene quasi nelle ultime pagine, la nascondo come uno spoiler, anche se non rivela qualcosa riguardo alla trama: secondo un antico protocollo imperiale, era necessario rivolgersi all’imperatore con un atteggiamento di “stupore e tremore”, ed è un po’ quello che secondo lei si deve adottare verso i propri superiori in un’azienda giapponese.

Voto per la sfida dell’alfabeto: 8/10

Scheda del libro

Titolo: Stupore e tremori
Titolo originale: Stupeur et tremblements
Autore: Amélie Nothomb (sito ufficiale)
Nazionalità: belga
Anno prima pubblicazione: 1999
Ambientazione: Giappone, 1990
Casa Editrice: Guanda
Traduzione: Biancamaria Bruno
Pagine: 118
Link al libro: ANOBII

L’ex-libris è stato realizzato da piccolamimi.

Un po’ di frasi

Il signor Haneda era il capo del signor Omochi, che era il capo del signor Saito, che era il capo della signorina Mori, che era il mio capo. E io non ero il capo di nessuno.
Si potrebbe dire diversamente. Io ero agli ordini della signorina Mori, che era agli ordini del signor Saito, e così di seguito, con la precisazione che gli ordini verso il basso potevano saltare i gradini della scala gerarchica.
Per cui, alla Yumimoto, io ero agli ordini di tutti.
[incipit]

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