Medea

di Euripide


Che cosa sarà capace di fare quest’animo inflessibile, implacabile, sotto i morsi del dolore?

Nutrice

Non starò a dilungarmi nella trama della Medea, perché per spiegarla bene bisognerebbe partire da molto lontano per raccontare tutto il mito, dalla partenza della nave Argo, o forse anche da prima. Se avete voglia, potete trovare informazioni QUI, QUI e QUI.

In questo commento mi limiterò, appunto, a commentare, dando per scontata la trama della tragedia, e inserendo normalmente gli spoiler senza coprirli come faccio di solito.

Innanzi tutto, mi è piaciuto tantissimo riaccostarmi ad un testo greco. Questo è stato il mio libro di classico in terza liceo (eoni fa!), ne tradussi quindi qualche pezzettino. Ovviamente non capisco più nemmeno una parola, ma riuscivo ancora un po’ a leggerlo, il che è stata una bella soddisfazione!

A parte questo, la tragedia è davvero bella. Medea ne è la protagonista indiscussa, senza antagonisti che riescano a starle alla pari. È un personaggio potente, è δεινη (deinè), terribile.

«Che cosa sarà capace di fare quest’animo inflessibile, implacabile, sotto i morsi del dolore?» si chiede la Nutrice, e a ragione.

«Di quanti esseri al mondo hanno vita e intelletto, i più infelici siamo noi, noi donne.» Così parla Medea. È infelice a causa della sua condizione di donna, e trova nella violenza il riscatto e la vendetta.

Invece Giàsone… lasciamo perdere proprio… è talmente odioso che quasi quasi viene da pensare che se l’è meritata questa vendetta! Mi ha colpito una cosa del suo dialogo con Medea. Tenta di convincerla della giustezza della sua posizione proponendo le tipiche motivazioni dell’ateniese del tempo: lui non è riuscito a superare i pericoli in Colchide grazie a Medea, ma semplicemente grazie a Eros che l’ha fatta innamorare di lui. Non le deve niente, anzi, è Medea che è in debito con lui, perché Giàsone l’ha portata via dalla sua terra barbara, grazie a lui ha conosciuto la Grecia, la civiltà. Mi hanno ricordato, queste parole di Giàsone, una notizia sentita di recente riguardo alle scuse che il nuovo Primo Ministro australiano ha fatto agli aborigeni, per i veri e propri rapimenti che per decenni sono stati fatti ai danni dei bambini meticci perché non vivessero da “selvaggi”. La notizia completa si può leggere QUI.

Tornando a Giàsone, conclude il suo discorso affermando che il nuovo matrimonio non l’ha fatto per piacere personale, ma per assicurare un futuro ai figli avuti con Medea e a lei stessa. Quindi, lei non solo non dovrebbe lamentarsi, dovrebbe ringraziarlo!

Medea, ovviamente, non è d’accordo! Partecipa al dialogo piena di rabbia, ma anche di ironia:

«Ti ho forse tradito? Ho forse procurato il tuo benessere cercandomi un altro sposo?» chiede a Giàsone.

Il pezzo che preferisco, però, è senz’altro il monologo di Medea, in cui lei prende la terribile decisione di portare all’estremo la sua vendetta, uccidendo alla fine i suoi stessi figli, pur di colpire nella maniera più crudele e totale il suo ex sposo, negandogli del tutto una discendenza. Più e più volte l’amore e la pietà per i figli cercano di spingerla a cambiare idea. Ma «Non si tollera il riso dei nemici!». Il suo animo “inflessibile”, come diceva la Nutrice, si mantiene saldo nella decisione, e uccide i figli.

Il finale è meno bello delle scene precedenti, cruente (la notizia della morte di Creonte e della figlia) e passionali (il monologo), ma era necessario l’ultimo confronto tra i due ex amanti Medea e Giasone.

Molte cose dispensa Zeus nell’Olimpo
molte cose compiono gli dèi
contro le nostre attese;
ciò che ci aspettiamo non si compie;
all’insperato un dio dà corso.
Le cose sono andate così.
Coro

Con questo libro ho concluso (e vinto!) la sfida dei libri non letti! :D Una sfida davvero soddisfacente, solo uno dei libri letti mi ha deluso, gli altri sono stati tutte piacevolissime letture!!!

Il segnalibro che ho usato durante la lettura.

Titolo: Medea
Titolo originale: Μήδεια (Mèdeia)
Genere: tragedia, teatrale
Autore: Euripide
Nazionalità: antica Grecia
Prima pubblicazione: 431 a.C.
Casa Editrice: Edizioni Canova Treviso
Traduzione: Mario Vitali
Link al libro: GOODREADSANOBII
inizio lettura: 4 febbraio 2008
fine lettura: 14 febbraio 2008

Sfide

Un po’ di frasi

È più facile guardarsi da un uomo o da una donna irascibile, che da una persona astuta che sa tacere.
Creonte

All’uomo non è data felicità. Pur nella più grande prosperità, uno di un altro sarà più fortunato, non più felice.
Nunzio

2 pensieri riguardo “Medea

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