La vedova scaltra

di Carlo Goldoni

Titolo: La vedova scaltra
Genere: testo teatrale, commedia
Autore: Carlo Goldoni
Nazione: Italia
Anno prima pubblicazione: 1748
Ambientazione: Venezia, XVIII secolo
Personaggi: Rosaura, Eleonora, Pantalone de’ Bisognosi, Conte di Bosco Nero, Milord Runebif, Monsieur Le Blau, Don Alvaro de Castiglia, Marionette, Arlecchino, Birif, Folletto
Casa Editrice: Rizzoli
Pagine: 100
Link al libro: ANOBIIGOODREADS



Nel risolvere non mi consiglierò col cuore, ma con la mente. Non cercherò la bellezza, ma l’amore e la fedeltà. Son vedova, conosco il mondo; e so distinguere che, per scegliere un amante, serve aprire un solo occhio, ma per scegliere un marito, conviene aprirli bene tutti e due, e se non basta, aggiungervi anche il microscopio della prudenza.
Rosaura

(Pagina 62)

La bella Rosaura è vedova, uno stato da lei stessa definito pericoloso per una donna. Vorrebbe rimaritarsi, ma chi scegliere tra i suoi quattro pretendenti? Il focoso ma incostante francese? Il ricco ma freddo inglese? Il nobile ma presuntuoso spagnolo? O l’innamoratissimo e gelosissimo italiano? Con un po’ di scaltrezza la nostra vedova saprà trarsi d’impaccio e prendere la decisione giusta.

La Vedova Scaltra by Alberloze on DeviantArt

Già con La locandiera l’anno scorso ebbi il piacere di essere stupita da Goldoni, perché non mi aspettavo proprio un linguaggio così semplice, moderno, fresco e divertente! Con La vedova scaltra confermo la buona opinione che mi ero fatta di questo commediografo! :)

In questa commedia oltre ai personaggi “normali” ci sono anche due maschere che parlano in veneziano: Pantalone e Arlecchino. :) Quest’ultimo, servitore scaltro ma imbranato, è il protagonista della scena secondo me più divertente, anche se prevedibile, cioè lo scambio tra le risposte per il francese e lo spagnolo: spassosissime le giustificazioni di Arlecchino, e anche le poco felici “ricompense” che riceve! :D

Il segnalibro che ho usato durante la lettura mi è stato regalato da Lise Charmel in occasione del primo scambio di segnalibri nel gruppo Readers Challenge.

Mi è piaciuta davvero molto la commedia, così come la sua protagonista, Rosaura. Non riesco quindi proprio a capire le critiche che ricevette all’epoca! Purtroppo ne so assai poco del teatro del ‘700, ma da quel poco che ho capito Goldoni fu un innovatore nel suo campo, e questo non piaceva a molti suoi contemporanei. In particolare nel “Prologo Apologetico” si parla della commedia La scuola delle vedove dell’abate Chiari, che criticava fortemente La vedova scaltra. La critica principale era che i personaggi stranieri parlassero tutti benissimo italiano. A me pare assurda come critica, mi pare ovvio che se la commedia è per un un pubblico italiano, deve essere recitata in italiano, indipendentemente da quale possa essere la lingua in cui teoricamente si esprimono i personaggi! Più sensata mi pare l’altra critica, che sostiene che non è credibile che Rosaura, mascherata, non venga riconosciuta da nessuno, nemmeno sentendola parlare. Concordo, è poco credibile, ma… che importa? È una commedia, un po’ di mancanza di realismo è quasi d’obbligo! ;) Sarei comunque un po’ curiosa di leggerla questa La scuola delle vedove, ma giusto un po’. Molto molto di più, invece, sono ansiosa di proseguire la lettura di altre commedie di Goldoni! Non ho fretta, però, me le conservo magari per la prossima edizione della sfida dei testi teatrali! :)

Sfide

Un po’ di frasi

Monsieur LE BLAU: Evviva la bottiglia, evviva l’allegria.
Tutti: Evviva.
Il Conte di BOSCO NERO: Questo nostro locandiere ci ha veramente dato una buona cena.
Monsieur: È stata passabile; ma voialtri Italiani non avete nel mangiare il buon gusto di Francia.
Conte: Abbiamo anche noi de’ cuochi francesi.
Monsieur: Eh sì, ma quando vengono in Italia, perdono la buona maniera di cuocere. Oh se sentiste cosa si mangia a Parigi! Là è dove si raffinan le cose.
Milord RUNEBIF: Voi altri Francesi avete questa malinconia in capo, che non vi sia altro mondo che Parigi. Io sono un buon Inglese, ma di Londra non parlo mai.
Don ALVARO De CASTIGLIA: Io rido, quando sento esaltar Parigi. Madrid è la reggia del mondo.
Conte: Signori miei, io vi parlerò da vero italiano. Tutto il mondo è paese, e per tutto si sta bene, quando s’ha dei quattrini in tasca e dell’allegria in cuore.
[incipit]

La Commedia è piaciuta al Pubblico, il Pubblico la difende, e su tal difesa m’acquieto. Si acchetino i Critici ancora, se loro piace; quando no, si assicurino ch’io faccio il sordo.
L’autore a chi legge
(Pagina 14)

Parliamoci qui tra noi. Qual è quella delle mode di noi altre donne, che sia regolata dalla ragione? Forse il tagliarci i capelli, nei quali una volta consisteva un pregio singolare delle donne? Il guardinfante, che ci rende deformi? Il tormento che diamo alla nostra fronte per sradicare i piccoli peli? Tremar di freddo l’inverno, per la vanità di mostrare quello che dovremmo tener nascosto? Eh, tutte pazzie, signora padrona, tutte pazzie.
Marionette
(Pagina 20-21)

Questi calzolai non si possono soffrire. Hanno il vizio di far le scarpe larghe, e non sanno che non è ben calzato, chi non si sente stroppiare.
Monsieur
(Pagina 66)

Rosaura: Quanto siete di cattivo gusto! Che ha di bello colei?
Conte: Tutto; e poi piace a me, e tanto basta.
(Pagina 91)

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