di Isaac Asimov
Storia Futura (Ciclo dei Robot)
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Titolo: Io, Robot
Serie: Storia Futura (2) e Ciclo dei Robot (1)
Titolo originale: I, Robot
Genere: fantascienza
Autore: Isaac Asimov (sito non ufficiale – Wikipedia)
Nazione: USA
Anno prima pubblicazione: 1950
Ambientazione: USA, XX e XXI secolo
Personaggi: Susan Calvin, Michael Donovan, Gregory Powell
Casa Editrice: Mondadori
Traduzione: Laura Serra
Copertina: immagine dal film I, Robot © 2004 Twentieth Century Fox Film Corporation
Pagine: 269
Provenienza: scambio su aNobii, 13 agosto 2008
Link al libro: ANOBII – GOODREADS
inizio lettura: 24 ottobre 2008
fine lettura: 26 ottobre 2008
Le Tre Leggi della Robotica
- Un robot non può recar danno a un essere umano, né permettere che, a causa della propria negligenza, un essere umano riceva danno.
- Un robot deve sempre obbedire agli ordini degli esseri umani, a meno che contrastino con la Prima Legge.
- Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questo non contrasti con la Prima o la Seconda Legge.
Manuale di Robotica
56ª Edizione, 2058 d.C.
C’è poco da dire sulla trama di questo (bellissimo!!) libro: sono nove racconti sui robot, che analizzano, alcuni più alcuni meno, i vari aspetti dell’applicazione delle Leggi della Robotica. Sono racconti ordinati cronologicamente, e vediamo costruire robot sempre più evoluti e sempre più inseriti nella società.
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Il segnalibro è stato realizzato da Lady Page. |
Nel primo racconto, Robbie, abbiamo infatti i robot visti da una bambina affezionatissima al suo babysitter meccanico. Dal secondo, Circolo vizioso, abbiamo invece il punto di vista molto più professionale di due collaudatori, Michael Donovan e Gregory Powell, che sono i miei personaggi preferiti! 🙂
Il terzo racconto, Essere razionale, è stato quello che mia messo più ansia e inquietudine (sebbene i nostri due collaudatori ne passino di tutti i colori nei vari racconti!).
Iniziativa personale ha un bruttissimo titolo in italiano (l’originale era il molto più colorito Chatch That Rabbit!, Acchiappa quel coniglio!), ed è stato quello che ho trovato più divertente, specie la deduzione finale di Powell! 😉
Bugiardo!, il racconto successivo (titolo tradotto per fortuna alla lettera), è stato invece il più triste. Cambia ancora una volta la prospettiva: qui conosciamo la robopsicologa Susan Calvin, che però avevamo intravisto adolescente nel primo racconto. A proposito, Robbie era ambientato nel 1998, futuro immaginato già robotizzato da Asimov, ma per noi ormai passato! Facendo un paio di calcoli, se la Calvin nel ’98 aveva 15 anni, e in Bugiardo! ne ha 38, siamo ora nel 2021. Bè, se non altro questo almeno è ancora futuro! 🙂 Però sicuramente da questo punto di vista Asimov è stato troppo ottimista! 🙂
Ne Il robot scomparso, dopo svariate analisi delle varie reazioni dei robot alle tre leggi, abbiamo un caso un po’ più complicato: qui una delle tre leggi, la prima e più importante, è stata leggermente modificata. Mi ha fatto sorridere leggere in questo racconto che in un futuro interplanetario anche una newyorkse come la Calvin può essere considerata una provinciale! 😉
Nel racconto Meccanismo di fuga tornano Mike e Greg (evviva!) e questo è stato sicuramente il racconto più emozionante perché si comincia a parlare di iperspazio! E i miei due cari collaudatori saranno i primi a provare forzatamente l’ebbrezza del viaggio interstellare!
La prova lancia un nuovo tema estremamente affascinante, e il finale lascia aperto il dubbio: Byerley è o non è un robot?
L’ultimo racconto, Conflitto evitabile, è ambientato diversi anni dopo (sempre grazie all’età della Calvin possiamo collocarlo nel 2053), e stavolta i “problemi” non sono con i robot in senso stretto, ma con le Macchine. Molto interessante, si potrebbero fare lunghe riflessioni sull’eventualità proposta da questo racconto…
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L’ex libris è stato realizzato da Lady Page. |
Confermo le 4 stelle [EDIT: 5 con il nuovo sistema di valutazione a 5 stelline di anobii] che aveva dato Pattybru (per la sfida dei curiosi): Asimov mi piace veramente moltissimo! Non sono rimasta però del tutto soddisfatta della traduzione, soprattutto per qualche stranezza nei neologismi. Ad un certo punto si parla di una visiera di “glassite”… ma forse voleva essere “vetrite” (vetro in inglese si dice glass)? Mah!
Ho deciso di intraprendere “seriamente” la lettura del suo mondo fantascientifico, per cui, seguendo QUESTI consigli ha abbandonato il Ciclo delle Fondazioni per leggere prima quello dei Robot!