Il Ritorno del Re – LIBRO QUINTO, capitoli 1-3


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Pipino sbirciò da sotto il manto protettivo di Gandalf. Si domandava se era sveglio o se dormiva ancora, trasportato dal rapido sogno nel quale era immerso fin dall’inizio della grande cavalcata.

[Incipit]

Che emozione anche solo iniziare a leggere questo libro! Credo che sia il mio preferito della trilogia, ma ho paura di averlo pensato anche all’inizio degli altri due!

ATTENZIONE SPOILER!
Gli spoiler (anticipazioni sulla trama) non sono segnalati in alcun modo, poiché occupavano gran parte del commento.
Leggete a vostro rischio e pericolo!

Minas Tirith. Lasciamo Frodo creduto morto ma scoperto ancora vivo alla fine de Le Due Torri, e torniamo dagli altri. Torniamo anche indietro con la storia, perché Tolkien ci ricorda ogni tanto cosa facevano Frodo e Sam mentre seguiamo Pipino, Merry e gli altri. Devo dire che mi piacciono molto questi piccoli rimandi all’altra parte della storia, utili per non dimenticarci dei due poveri Hobbit nel cuore del territorio del nemico, e anche per seguire meglio l’andamento temporale della storia. Per esempio, nel discorso tra Pipino e Denethor viene detto che la morte di Boromir risale a 13 giorni prima: solo 13 giorni dalla fine de La Compagnia dell’Anello! Avrei detto fosse passato molto più tempo! Altro elemento che ci permette di mettere in contemporanea le varie vicende è un avvenimento a mio parere assai inquietante: l’alba senza sole! L’oscurità da Mordor si è estesa, fino a raggiungere Minas Tirith e anche Edoras.

Il passaggio della Grigia Compagnia. Di nuovo un passo indietro, lasciati Gandalf e Pipino, torniamo dai loro compagni che li hanno appena salutati. E chi se l’aspettava di vedere spuntare nientepopodimenoché i Raminghi! Chiamati da Galadriel! E con loro anche i figli di Elrond! Questa cosa non la ricordavo minimamente, l’avevo proprio rimossa! Come non ricordavo che il passaggio per i Sentieri dei Morti fosse visto soprattutto con gli occhi di Gimli. Un cammino spaventoso, ma Aragorn è sicuro di sé, e poi con le profezie dalla sua, bè, io ho temuto assai poco per i nostri eroi! È comunque una parte che mi piace molto, questa, sebbene paia un po’ distaccata dal resto della storia. Mi piace pensare che nel momento del bisogno si può trovare aiuto anche nei luoghi più inaspettati, anche dai Morti, anche, addirittura, dai traditori.

L’adunata di Rohan. Appena usciti da una guerra, i Rohirrim ripartono in soccorso di Gondor. Merry si sente solo, mentre Pipino a Gondor sappiamo che ha già trovato un nuovo amico in Bergil, il figlio di Beregond. E all’insaputa l’uno dell’altro, entrambi gli Hobbit offrono i loro servigi ad un sovrano, il Sovrintendente di Gondor per Pipino, il Re Thèoden per Merry. Ma mentre il primo si trova già lì dove sarà la battaglia, a Merry non viene permesso di partire. Per fortuna incontra Dernhelm, un giovane che parte in cerca della morte, senza più speranza, o almeno questo è quello che Merry ha letto nei suoi occhi. Dernhelm si offre di portarlo sul suo cavallo, che tanto non risentirà del peso in più perché il giovane è più leggero di tutti gli altri uomini, essendo più agile e snello…

Come sempre dopo la lettura dei capitoli della settimana mi guardo le scene del film corrispondenti. A parte come sempre quest’impressione che ho che i personaggi nel film siano più stupidi che nel libro (Thèoden è titubante per l’ennesima volta, Aragorn non guarda volontariamente nel Palantìr ma per sbaglio, le parti riguardanti Arwen sono un po’ una lagna…), comunque ci sono scene molto belle! Minas Tirith, per esempio, è bellissima, incassata nella montagna, bianca e splendente, e poi la sala del trono, e il giardino con l’albero bianco avvizzito, tutto reso a mio parere splendidamente! Molto bella poi la scena dei fuochi che da Gondor mandano il messaggio di aiuto, con la panoramica sui paesaggi sconfinati della Terra di Mezzo!

Tra l’altro il film mi ha dato l’occasione di notare una cosa che nel libro viene detta, ma a cui non avevo fatto molto caso: Minas Tirith è davvero vicina a Mordor, dalla città si vedono le cupe montagne e il bagliore del (credo) Monte Fato. Certo non doveva essere piacevole vivere con questa minaccia incombente! Comprendo un po’ meglio Boromir e la sua spocchiosaggine quando parlava al Consiglio dell’opera di Gondor a difesa di tutta la Terra di Mezzo!

Concludo con un errore che ho trovato nella mia versione del libro: a pagina 940 Aragorn spiega la storia dei Morti che tradirono Isildur rifiutandosi di lottare contro SARUMAN?!?! Ma a quel tempo Saruman non era un nemico, e poi viene detto chiaramente che la guerra era contro Sauron! Ora, va bene che tutti si confondono con questi nomi così simili, però, almeno i traduttori… possibile che abbia sbagliato lo stesso Tolkien? Non ci credo!

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Un po’ di frasi

«Rispondo io di lui […]», disse Gandalf. «[…] Il suo nome è Peregrino, Uomo di grande valore».
«Uomo?», ripeté dubbioso Ingold, mentre gli altri ridevano. «Uomo!», esclamò Pipino ora del tutto sveglio. «Uomo! Direi proprio di no! Sono un Hobbit, e per nulla valoroso, tranne qualche volta per pura necessità. Non vi lasciate ingannare da Gandalf!».
«Un eroe non avrebbe parlato meglio di te», disse Ingold.

Aragorn: Che cosa temi dunque, signora?
Éowyn: Una gabbia. Rimanere chiusa dietro le sbarre finché il tempo e l’età ne avranno fatto un’abitudine, e ogni possibilità di compiere grandi azioni sarà per sempre scomparsa.

Le migliori decisioni sono quelle prese di mattina, poiché la notte trasforma molti pensieri.
Thèoden

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