Il pendolo di Foucault – X parte – Tiferet (fino capitolo 89 escluso)

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Anche con questo gruppo di lettura sono rimasta indietro, ma anche stavolta il motivo è stato solo la mancanza di tempo, perché questo libro diventa sempre più entusiasmante!
A parte la nascita di Giulio, non ho però molto da commentare, il Piano prosegue e io, come Diotallevi, Belbo e Casaubon, mi sento sempre più coinvolta!
Ah, no, una cosetta da dire ce l’ho! Agliè mi affascina e incuriosisce sempre molto, e mi è venuta in mente una cosa, forse stupidina: si tratta forse di una proiezione di Eco? Non so, mi pare quasi onnisciente, che mi ha fatto venire questa idea! :)

“Ma a quale segreto allude il serpente?”
“Alle correnti telluriche. Ma a quelle vere.”
“Ma che cosa sono le vere correnti telluriche?”
“Una grande metafora cosmologica, e alludono al serpente.”
Casaubon e Agliè

Ma tutti stavamo lentamente smarrendo quel lume intellettuale che ci fa sempre distinguere il simile dall’identico, la metafora dalle cose, quella qualità misteriosa e folgorante e bellissima per cui siamo sempre in grado di dire che un tale si è imbestialito ma non pensiamo affatto che gli siano cresciuti peli e zanne, e invece il malato pensa “imbestialito” e subito vede colui che abbaia o grufola o striscia o vola.

“Ma come facevano i gesuiti a sapere che c’era il Piano, quando i Templari si erano fatti ammazzare pur di non confessare?” chiedeva Diotallevi. Non valeva rispondere che i gesuiti ne sanno sempre una più del diavolo. Volevamo una spiegazione più seducente.

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