…però, Zanardi da Castel Maggiore!

di Alex Zanardi e Gianluca Gasparini

Titolo: …però, Zanardi da Castel Maggiore!
Genere: autobiografia, sport
Autore: Alex Zanardi (sito ufficialeWikipedia) e Gianluca Gasparini (Twitter)
Nazione: Italia
Anno prima pubblicazione: 2003
Ambientazione: Italia (in particolare Castel Maggiore, Bologna, Emilia Romagna) e Stati Uniti (in particolare Indianapolis, Indiana)
Casa Editrice: Baldini Castoldi Dalai
Pagine: 401
Provenienza: bancarella di Viale dell’Università, 1 agosto 2012
Link al libro: IN LETTURAANOBIIGOODREADS
inizio lettura: 31 gennaio 2018
fine lettura: 28 marzo 2018


Non sto raccontando queste storie perché, dentro di me, vivo il rammarico di aver preso una decisione che mi ha portato, in ultima analisi, a perdere le gambe. Lo racconto per dovere di cronaca. Lo racconto per spiegare che i piloti non sono macchine ma uomini, con i loro sentimenti nel bene e nel male. Alla gente che vuole conoscere la mia storia racconto anche gli episodi che hanno dimostrato tutte le mie debolezze, la mia superbia, i miei difetti, i miei limiti.

(Pagina 312)

Zanardi racconta la sua vita, dal primo amore con i motori ai Gran Premi, i successi nei circuiti CART americani fino al famoso incidente in cui ha perso le gambe. Ma, come lui stesso sottolinea, la sua storia non si è certo fermata lì.

Zanardi che vince una corsa (almeno credo, non c’era nessuna didascalia!).
Immagine presa da alex-zanardi.com

Non sono una grande appassionata di sport, mi piace guardare alcuni eventi internazionali tipo Olimpiadi, ma niente di più. Eppure le biografie degli sportivi mi attirano molto. Finora però non ne avevo mai letta nessuna, anche se ne ho diverse in wishlist. Questa di Zanardi è l’unica che possiedo, comprata un po’ di anni fa perché c’è stato un tempo in cui seguivo con una certa passione la Formula 1, ai tempi della rivalità tra Schumacher e Hakkinen, non mi perdevo una corsa. E quindi conoscevo anche Zanardi, la sua storia mi aveva colpito molto, e visto il libro su una bancarella l’avevo comprato, per poi lasciarlo come faccio sempre a prendere polvere in libreria. Poi è successo che dove lavoro hanno organizzato un incontro con Andrea De Vincenzi, è stato molto interessante e mi ha fatto ricordare questo libro che avevo lasciato a vegetare per un bel po’, e come avevo detto dopo aver iniziato l’anno con un blocco del lettore, vorrei scegliere ogni nuovo libro da leggere perché in quel momento mi va di leggerlo, così mi è venuta voglia di leggere questo qui e l’ho fatto (sembra una cosa estremamente normale, ma negli ultimi tempi mi fissavo che dovevo leggere alcuni libro perché li possedevo da più tempo, oppure erano in qualche sfida, cose così, e stavo un po’ perdendo il piacere della spontaneità della lettura).

La trama racconta praticamente tutta la vita di Zanardi, dall’infanzia fino al 2003, data di uscita del libro, ed è una vita molto interessante, eppure neanche contiene tutto quello che Zanardi ha fatto dopo, con le paralimpiadi e tutto, ci sarebbe da scrivere un altro libro credo. Comunque, io ora devo parlare solo di questo qui.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura mi è stato regalato da Renisenb23 in occasione del secondo scambio di segnalibri nel gruppo Readers Challenge.

Devo dire che soprattutto in alcuni punti il libro è stato avvincente come un romanzo, e per questo motivo mi ha fatto uno strano effetto quando qualche volta che ho cercato qualche video sugli episodi raccontati ci trovavo tutte quelle persone che per me erano quasi dei personaggi di un romanzo, e all’improvviso li vedevo nella vita reale. Penso che questa sensazione per me inusuale sia dovuta al fatto che se già raramente leggo qualcosa che non sia fiction, quasi mai si tratta di una storia il cui protagonista è ancora vivo e vegeto e ancora molto attivo.

Zanardi è arrivato la prima volta in Formula Uno nel ’91, anno in cui c’erano ancora un sacco di grandi nomi tipo Senna, Prost, Mansell. Schumacher e Hakkinen erano invece appena arrivati anche loro. Poi si è spostato nelle corse americane, dei circuiti che non conosco, che hanno un regolamento diverso, le descrizioni delle dinamiche di corsa mi hanno fatto pensare un po’ al film Cars, non so se c’entra qualcosa. Sì perché anche se non ho mai pensato di essere neanche lontanamente esperta di auto e corse automobilistiche, mi sono sentita veramente tanto ignorante quando Zanardi cerca di spiegare comprensibilmente gli assetti della macchina o i difetti o altre caratteristiche meccaniche, e io non ci capivo veramente niente! Nonostante questo comunque la lettura non è stata mai noiosa. Lo stile è molto colloquiale, immagino che in mezzo alla scrittura di Gasparini si siano inserite spesso citazioni alla lettera di Zanardi stesso, esplicitate ogni tanto dall’uso del dialetto emiliano. Mi ha un po’ stupito la tranquillità con cui Zanardi racconta cose personali di amici, parenti e conoscenti, penso a me avrebbe dato un po’ fastidio, mi è venuto da chiedermi se abbia chiesto il loro permesso. Sicuro penso non l’abbia chiesto tutte le volte che, senza farsi problemi, ha aspramente criticato qualcuno: considerato come solitamente mi ha dato l’impressione di una grande onestà e aderenza alla realtà nei suoi racconti, non posso che apprezzare questa sincerità anche nel fare critiche (visto che comunque, quando serve, non risparmia neanche se stesso).

Una critica però la devo fare anch’io: parlando di macchine ovviamente veniva spesso menzionata la parola “pneumatico” o “pneumatici”, e sempre con l’articolo sbagliato! Ora, io lo so che l’italiano è una lingua molto particolare per cui anche se ci sono delle regole spesso le cose si possono dire comunque in più modi, però la regola c’è: le parole che iniziano con doppia consonante vogliono gli articoli lo e gli (e uno come indeterminativo). Invece in questo libro era sempre “i pneumatici” oppure “un pneumatico”. Ok, lo so che non suona male come dure “il studente”, però è comunque sbagliato, e mi ha irritato moltissimo ogni volta che lo leggevo.

Zanardi nella sua auto della Formula CART.
Immagine presa da alex-zanardi.com

La copertina è semplice, con il faccione sorridente di Alex, non male ma neanche troppo particolare. Il titolo è molto simpatico. Nella prefazione Zanardi spiega come sono arrivati a sceglierlo, che in realtà la frase “giusta” sarebbe stata «…soccmel, Zanardi da Castel Maggiore!», che gli veniva sempre in mente quando per esempio si ritrovava sul podio. Solo che “soccmel” non si può mettere in un titolo perché, non lo sapevo, è un’espressione molto volgare, anche se usata penso di solito come semplice esclamazione di meraviglia, comunque significa “succhiamelo”.

Commento generale.

Un libro davvero molto emozionante, entusiasmante come un romanzo, coinvolgente perché è una storia vera, a tratti anche toccante. Davvero infinita ammirazione per Zanardi, il suo talento, la sua forza, il suo sempiterno buonumore. Una lettura che consiglio a tutti, appassionati di sport e non.

Momento più…

…shockante, nonostante lo sapevo sarebbe arrivato, e Zanardi lo annuncia pure, è stato comunque l’incidente gravissimo in cui ha perso entrambe le gambe. Mentre cercavo qualche video su Zanardi (vedi sezione bonus in basso) ovviamente ad un certo punto è spuntato fuori quello dell’incidente. Cosa strana per me che normalmente non amo queste cose (e infatti preferisco non linkarlo) l’ho invece guardato, e mi ha fatto capire un po’ meglio come sono andate le cose perché quando Zanardi lo descrive così dettagliatamente che non rende l’idea di quanto immediata è stata la botta, all’improvviso mezza macchina non c’è più, con le sua gambe dentro.

Curiosità
Zanardi spiega di aver battuto, nel 1998, il record di pole consecutive e di partenze in prima fila consecutive, e al momento di uscita del libro nessuno l’aveva ancora battuto. Ho cercato informazioni per scoprire se qualcun altro dopo era riuscito a fare di meglio, ma non ho trovato informazioni in proposito! Comunque, un altro gran bel risultato!

Bonus
Ogni tanto quando veniva nominata una corsa particolare o qualche preciso evento pubblico andavo a cercarmele su YouTube. Non sono riuscita a trovare tutto, comunque qualcuno dei video voglio condividerlo con voi.
Infine, per caso, l’altro giorno, dopo che avevo già finito il libro, ho visto questa campagna di Zanardi contro l’uso del cellulare alla guida: Basta cellulare alla guida, Zanardi lancia la crociata.

Mini recensione

Zanardi campione sul serio

Un po’ di frasi

Era la settimana dell’11 settembre 2001, la settimana dell’attentato alle Torri di New York.
[incipit]

[…] Pergusa, che ho sempre considerato la mia pista. Anche se dire «questa è la mia pista» è un po’ un’ammissione di debolezza. Non è che lì hai la ricetta magica, è che da altre parti non riesci a fare le stesse cose.
(Pagina 84)

In qualsiasi cosa io dica la gente legge un messaggio molto profondo. In realtà esprimo concetti normali, a volte intelligenti ma spesso anche grandi puttanate.
(Pagina 381)

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