Baccanti


di Euripide



È proprio dell’uomo saggio praticare assennata mitezza.
Dioniso

(Pagina 1185)

Questo è il primo “vero” libro che ho letto dopo lo sblocco del lettore, e diciamo che mi è andata parecchio bene!

A Tebe è arrivato il culto di una nuova divinità proveniente dall’Oriente: Dioniso, detto anche Bacco. Penteo, il re di Tebe, non approva i riti di venerazione di questo dio, e intende combattere i suoi seguaci.

Nonostante ne abbia lette parecchie, ogni volta che mi approccio di nuovo a una tragedia greca ho sempre paura possa risultare noiosa o comunque non piacermi. E ogni volta mi sbaglio, in particolare con quelle di Euripide.

La trama di questa tragedia copre più o meno l’arco di una notte. Stavolta non partiamo già in tragedia, l’inizio è abbastanza normale, ma ovviamente finirà tutto con sangue, morte e distruzione, per quasi tutti i protagonisti.

MYth: Dionysus di zeldacw

Tra i personaggi di questa tragedia troviamo un dio, Dioniso, che si muove in incognito tra i mortali fingendo di essere un seguace del suo stesso culto. Non rivela la sua vera identità nemmeno alle Baccanti, si diverte a prendere in giro un po’ tutti, dicendo per esempio che Bacco l’ha salvato, e non è neanche scuro di sapere bene come. Dioniso è un dio nuovo nel Pantheon greco, e non tutti credono sia davvero una divinità, per esempio Penteo lo prende per uno straniero bugiardo. Mi è piaciuto questo personaggio perché l’ho trovato molto particolare, non ricordo in altre tragedie un dio che si mescolasse in questo modo agli umani, fingendosi inerme, ma mostrando sempre come una calma noncuranza verso qualsiasi cosa, che fossero accuse, imprigionamenti o minacce. Inoltre, altra cosa che non ricordo di aver visto in altre tragedie, l’aspetto fisico di Dioniso viene descritto molto precisamente: ha i capelli ricci e biondi e la pelle del colore del vino, in generale possiede una bellezza femminea, altra caratteristica che lo rende inviso a Penteo.

L’altro personaggio importante è proprio Penteo, il re di Tebe. Disapprova i riti bacchici perché ritiene che rendano le donne licenziose, e inoltre perché provengono dall’estero, e non dalla Grecia, dimostrando quindi anche xenofobia oltre che sessismo. Verrà punito comunque per tutto questo, farà una fine veramente molto truculenta, smembrato a mani nude dalla madre che crede di stare uccidendo un animale per il dio Dioniso.

E poi ci sono le Baccanti. Sono il Coro di questa tragedia, ma ne compaiono alcune anche come personaggi singoli, come Agave, la madre di Penteo. Le ho trovate meravigliose, anche se agiscono prevalentemente fuori scena. Penteo dice che i riti bacchici le rendono licenziose, invece loro diventano violente, feroci, imbattibili! E per Penteo questo è anche peggio, donne che sconfiggono uomini, non è concepibile!

11 O Justice #10 Cauldrons Continued di jbbdramat

Di solito quando leggo un libro non mi metto a pensare a quale messaggio voglia trasmettere, semmai ci penso quando è finito, se mi ha naturalmente colpito in qualche modo, non me lo vado a cercare. Stavolta invece già durante la lettura mi sono interrogata sulle tematiche di questa tragedia, insomma dove l’autore stesse ponendo l’attenzione. E ho finito il libro senza capirlo: prima pensavo che Euripide fosse dalla parte di Dioniso e in generale volesse dire che è importante onorare gli dei, però la fine di Penteo, ucciso in quel modo dalla madre, mi pare un po’ troppo! D’altronde lo dice lo stesso Cadmo: atto giusto ma eccessivo. Il curatore della mia edizione dice che quella delle Baccanti è una morale ortodossa, che la tragedia dice che bisogna venerare gli dei, ma aggiunge anche che poi ci sono tracce di un pensiero ben più spregiudicato, che però io non ho capito! Insomma, questa spiegazione non mi soddisfaceva per niente!

Bacchae di Catarsis A Diez

Per fortuna ho letto questo libro per la Sfida dei consigli di lettura, e la persona che me l’ha consigliato, Marianna, mi ha gentilmente dato una spiegazione che gradisco molto di più! La tragedia vuole dare importanza alle donne, perché Dioniso è un po’ il loro dio personale. Infatti a parte Cadmo e Tiresia, due uomini anziani, le seguaci di Dioniso nella tragedia sono tutte donne, e viene spiegato che gli abiti dei Baccanti, uomini e donne, sono abiti tipicamente femminili. Nell’antica Grecia le donne erano relegate in casa, a loro era consentito uscire solo in rarissime occasioni, come per esempio feste o funerali, e mai da sole. I misteri istituiti in onore di Dioniso erano invece accessibili solo alle donne, e quindi il culto bacchico dava loro la libertà. Altra spiegazione è che in questa tragedia Euripide eleva Dioniso a dio effettivamente importante nel Pantheon, e infatti mostra che chi disdegna un dio come lui, anche se è un uomo potente, corre dei seri rischi, come anche perdere il rispetto e l’obbedienza delle donne (e fare un morte orrenda, anche, ovviamente). Ancora, teorie più recenti (dopo l’avvento della psicanalisi) associano Dioniso alla parte irrazionale di noi, e quindi Euripide vuole dire che non bisogna sfavorirla sempre rispetto alla parte razionale, altrimenti il dionisiaco che c’è in ognuno di noi irrompe forzatamente, con conseguenze.

Commento generale.

Mi è piaciuta molto questa tragedia, e dopo aver capito meglio il messaggio che l’autore voleva trasmettere, l’ho apprezzata anche di più. Interessanti i personaggi, abbastanza truculo il finale, ma la cosa più bella sono state proprio le Baccanti del titolo, che sono una forza della natura!

Mini recensione

Euripide: adoro!

bacchae di Abigail Clark

Titolo: Baccanti
Titolo originale: Βάκχαι (Bákchai)
Genere: teatro, tragedia
Autore: Euripide (Wikipedia)
Nazionalità: greca
Prima pubblicazione: 403 a.C.
Ambientazione: Tebe, Grecia; III millennio a.C.
Personaggi: Dioniso, Penteo, Coro delle Baccanti, Tiresia, Cadmo
Casa Editrice: BUR
Traduzione: Vincenzo Di Benedetto
Note: Guido Paduano
Pagine: 104 (senza testo a fronte 52)
Provenienza: comprato online il 23 aprile 2009
Link al libro: IN LETTURAGOODREADSANOBII
inizio lettura: 2 luglio 2023
fine lettura: 13 luglio 2023

Sfide

Un po’ di frasi

Sono qui, sono giunto nella terra dei Tebani, io, il figlio di Zeus: Dioniso. Mi generò la figlia di Cadmo, Semele; fuoco di folgore provocò il parto.
Dioniso
[incipit]

Non illuderti che il prevalere sugli altri equivalga a un effettivo potere fra gli uomini, e se tu hai un’opinione, ma il tuo modo di vedere le cose è non valido, non credere che in qualche misura tu sia dotato di autentica saggezza.
Tiresia
(Pagina 1159)

In questo hai di nuovo deviato il discorso; hai detto una stupidaggine, ma l’hai detta bene.
Penteo a Dioniso
(Pagina 1171)

Penteo: E i riti, li compi di notte o di giorno?
Dioniso: Di notte, per lo più. Ha una sua solennità rituale, la tenebra.
(Pagina 1173)

[…]
simile a cerbiatta che gioca
con i verdi piaceri del prato
[…]
e il cacciatore urla
e accelera il tumulto dei suoi cani
e lei è affannata corre veloce
qual turbine di vento d’un balzo raggiunge
il pianoro lambito dal fiume
ed è lieta che tutto sia sgombro
e gode del rigoglio
della selva dalla chioma ombrosa?
Coro
(Pagina 1201)

A chi per un giorno e poi per un altro giorno
tocchi un vivere felice,
costui io ritengo beato.
Coro
(Pagina 1205)

Ogni bene ti auguro, infelice
figlia; ma fra te e il bene
c’è un lungo percorso.
Cadmo
(Pagina 1239)

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