Margherita Dolcevita

di Stefano Benni

Titolo: Margherita Dolcevita
Autore: Stefano Benni (sito ufficiale)
Nazione: Italia
Anno prima pubblicazione: 2005
Casa Editrice: Feltrinelli
Pagine: 206
Link al libro: ANOBII
inizio lettura: 16 giugno 2009
fine lettura: 22 giugno 2009

Sono andata a letto e le stelle non c’erano più. Ho pulito per bene il vetro della finestra, ma niente da fare. Erano sparite. Era sparita Sirio e Venere e Carmilla e Altazor. E anche Mab e Zelda e Bacbuc e Dandelion e la costellazione del Tacchino e la Croce di Lennon.
Non ditemi che alcune di queste stelle non esistono. Sono i nomi che gli ho dato io. Infatti rivendico il diritto di ognuno, specialmente delle fanciulle fantasiose come me, a chiamare le cose non soltanto con il nome del vocabolario, ma anche quello del vocabolaltro, cioè con un nome inventato e scelto. In fondo tutti lo fanno. I miei genitori mi hanno chiamato Margherita, ma io amo essere chiamata Maga o Maghetta. I miei compagni di scuola, ironizzando sul fatto che non sono proprio snella, a volte mi chiamano Megarita; mio nonno, che è un po’ arteriosclerotico, mi chiama Margheritina, ma a volte anche Mariella, Marisella oppure Venusta, che era sua sorella. Ma soprattutto, quando sono allegra mi chiama Margherita Dolcevita.

[incipit]

Margherita ha quattordici anni, un cuore difettoso e una famiglia più o meno normale. Vive in periferia, dove non è né campagna né città, e ci si trova tutto sommato bene. Finché non arrivano dei nuovi, misteriosi, e ingombranti vicini.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura.

Un po’ una favola tenera ed ecologica, un po’ il solito realismo un po’ deprimente di Benni, molta della sua meravigliosa ironia. In più, un punto di vista nuovo, almeno per il Benni che ho letto io: quello di una quattordicenne. Un po’ romantica, un po’ cinica. Un po’ ribelle, un po’ desiderosa di conformarsi (ma non sono così tutti gli adolescenti?). Un po’ cresciuta, un po’ ancora bambina. E di contorno, tutti i personaggi più strani e benniani che mai, buoni, cattivi, simpatici, antipatici, o solo molto umani, pur nella loro esagerazione.

Insomma, non il mio libro di Benni preferito, ma sempre molto molto bello! Ah, dimenticavo, anche molto molto triste!

Alla fine rimane un po’ il dubbio se i cattivi siano proprio cattivi, o stiano davvero dalla “nostra” parte. Quest’ultima ipotesi è nettamente peggiore.

Non mi è chiara una cosa del finale: Margherita finalmente vede la Bambina di polvere, perché è morta anche lei? È questo che significa la ferita sulla tempia? E il fatto che lei rivedrà presto Angelo significa che, appunto, è morto anche lui?

Sfide

Questo libro costituisce la SECONDA TAPPA del Giro del mondo in 80 libri: EUROPA, Italia, Bologna.
Ecco la cartolina che ho mandato ai partecipanti alla sfida:

Un po’ di frasi

Il mondo si divide in:
quelli che mangiano il cioccolato senza pane;
quelli che non riescono a mangiare il cioccolato
se non mangiano anche il pane;
quelli che non hanno il cioccolato
quelli che non hanno il pane.

(Dai detti celebri di nonno Socrate).

Dovrebbero smettere di fare i film dove la giustizia trionfa e farla trionfare subito all’uscita del cinema.

L’uomo è stato creato padrone della Terra, ma gli manca una cosa fondamentale: una borsa di attrezzi per riaggiustarsi. Ah, se ci fosse un cacciavite per togliere le idee sbagliate e un martello per fissare le buone intenzioni, una chiave inglese per stringere per sempre l’amore e una sega per tagliare col passato! Ma questa attrezzeria non ce l’hanno data e, dopo aver tentennato e scricchiolato, prima o poi ci romperemo.
Fausto, il padre di Margherita

Dormire e svegliarsi sono le uniche attività umane dove non siamo né buoni né cattivi. Pensaci bene. Si può respirare sparando col mitra, mangiare la coscia di un cugino, pisciare in testa a un cane, e non parliamo di parlare, scopare, e guidare la macchina. […] Ma quando dormiamo siamo tutti uguali, morfeonauti inermi nel colorato gorgo, e non conta cosa si sogna, se no saremmo tutti in galera.
Margherita

Ai party sto in disparte
Ai balli nessuno mi invita
Ma quando apre il buffet
la star è Margherita.

La torta dell’amor
Taglia il destino.
Ad alcuni tre fette,
Ad altri un briciolino.

M’AMA NON M’AMA
Se dubbio d’amor
Troppo ti è duolo
Scegli una margherita
Con un petalo solo.

[Sensazioni di Margherita nell’osservare i vecchietti in un ospizio]
Sembrava proprio un asilo di bambini, di vite riavvolte all’indietro. Un ritorno alle parole in libertà, alle cantilene e ai pianti improvvisi, alla pappa sbrodolata, al ritornello della cacca, agli improvvisi scoppi di entusiasmo e ai terrori senza speranza. E come si usa tra bambini, si giocava alla morte. Se un giorno vedevi un volto nuovo che si sedeva a tavola, voleva dire semplicemente che un posto si era liberato. Bisognava controllare chi mancava, ecco tutto. Eppure, come spiegare quel grumo di vita insopprimibile, quelle bizze, quei piccoli desideri, quelle unghie aggrappate all’abisso? E la gioia dei rari sorrisi, l’attesa di una visita, una fetta di torta, un merlo sul davanzale…

La storia ci guarda e non vorrei che vomitasse.
Eraclito

2 pensieri riguardo “Margherita Dolcevita

  1. Ho riletto Margherita Dolcevita ancora una volta e tutte le volte che mi avvicino a questo libro lo trovo sempre più attuale della volta precedente…. Ringrazio Stefano Benni.
    Luca Maltinti

    1. Ciao Luca!
      Grazie per il tuo commento! E grazie a Stefno Benni anche da parte mia, per questo e altri suoi capolavori! E’ proprio passato tanto tempo dalla mia ultima lettura Benniana! Direi che è ora di leggere qualcos’altro di suo! :)

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