Il ritorno di Sherlock Holmes

di Arthur Conan Doyle

Sherlock Holmes
The Hound of the Baskervilles (Il mastino dei Baskerville)
La valle della paura


Dal punto di vista del criminologo Londra è diventata una città priva di qualsiasi interesse da quando è morto il compianto professor Moriarty.
Sherlock Holmes

Da “L’avventura del costruttore di Norwood” (Pagina 650)

Come dice il titolo, Sherlock Holmes ritorna in piena forma per svariate nuove avventure.

È risaputo che Conan Doyle non amava Sherlock Holmes, l’aveva infatti tolto di scena ne Le memorie di Sherlock Holmes, ma ecco che a grande richiesta è costretto a farlo ritornare, per la gioia di Watson e dei lettori. Purtroppo devo dire che forse comincio a condividere l’opinione dell’autore perché questi racconti mi sono piaciuti molto meno di quanti mi aspettassi.

The Return of Sherlock Holmes
di wooden-horse.

Sarà che di gialli in generale e di indagini di Holmes ne ho letti tanti e visti tanti, ma ormai le trame non mi sorprendono più, i misteri sono spesso palesi, anche se ovviamente non ho l’acume di Holmes per far quadrare tutto. Qualche racconto sicuramente l’ho trovato più interessante, qualcuno più simpatico, ma in generale nulla di nuovo. Rileggevo i miei commenti ai libri precedente, e a proposito della prima raccolta di racconti, Le avventure di Sherlock Holmes, avevo sintetizzato la trama tipica di un racconto così: Watson inizia dicendo che tra tutti i casi seguiti da Sherlock Holmes a cui ha assistito, uno è stato il più strano, o il più triste, o quello iniziato in qualche modo particolare, ecc, e poi passa a descrivere il mistero, che solitamente inizia con la visita di qualcuno a Baker Street. Bene, questi racconti qui ricalcano parola per parola quello schema! Qualche racconto è più tragico, qualcuno più serio, tutti hanno qualche particolare che intriga Holmes, e che alla fine gli permette di trovare la soluzione. Anche il mio gradimento è stato altalenante, e purtroppo l’ultimo racconto mi è piaciuto assai poco, m’è parso piuttosto banale, un po’ scontato e anche abbastanza simile a uno dei precedenti, e probabilmente questo finale deludente mi ha fatto abbassare ulteriormente il voto.

Nemmeno l’ambientazione corre in mio soccorso: siamo per la maggior parte del tempo a Londra, con qualche trasferta ogni tanto, ma non mi sono sentita di entrare veramente in nessuno luogo, nonostante le descrizioni a volte pittoresche di Watson. Temporalmente questi racconti si situano circa un decennio prima del momento in cui Watson scrive, perché pare che Holmes non desiderava che l’amico pubblicasse altre sue storie mente era ancora in attività, ma gli ha dato il via libera quando si è ritirato.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura. L’ho scelto principalmente per le dimensioni, vista la mole di questo librone che contiene tutte le storie di Sherlock Holmes.

Rivediamo i soliti personaggi familiari, più una new entry: Stanley Hopkins, un giovane ispettore pupillo di Holmes che ricerca il nostro investigatore quando si trova tra le mani casi più imperscrutabili. Holmes è sempre il solito, questo almeno non è cambiato, così come non è cambiato il suo rapporto con Watson: ancora una volta ci viene mostrato quanto Sherlock tenga al buon dottore, quanto abbia bisogno di lui (per esempio sborsa una cifra non indifferente perché Watson lasci il suo studio e torni a Baker Street a vivere con lui). Non può fare a meno di rimproverarlo per la sua inefficienza quando lo manda ad indagare al posto suo, ma una volta parlando di un’investigazione dice usa l’espressione “Due segugi, come Watson e me”, mettendo quindi l’amico sul suo stesso piano (cosa che un po’ mi ricorda il primo episodio di Elementary quando nel momento di smascherare il colpevole Holmes enfatizzava più volte che era stato merito di Watson).

Commento generale.

Conan Doyle non ne poteva più di Holmes quando ha scritto questo libro, e secondo me la stanchezza si sente. Le storie non sono più così avvincenti, le indagini ripetitive, le soluzioni di Holmes non più così straordinarie. Al tutto si aggiunge il fatto che nel racconto secondo me il giallo ci va sempre (con le dovute eccezioni) un po’ a perdere, meglio i romanzi. Sicuramente comunque una lettura piacevole!

Copertina e titolo

La copertina è sempre quella della raccolta Tutto Sherlock Holmes, adorabilissima! Il titolo è super banale, si vede che anche in questo Conan Doyle si era stufato.

Momento più…

…divertente: nel racconto “L’avventura di Peter il pirata” Watson ci informa che Holmes e così famoso che lo cercano tutti, anche il papa!

Curiosità

Come ho detto, in questo libro Watson parla di casi vecchi di una decina d’anni, e ci informa che al momento in cui scrive Holmes si è ritirato dall’attività investigativa per studiare e allevare api: io credevo che questo “hobby” dell’apicultura l’avesse inventato il film Mr. Holmes – Il mistero del caso irrisolto con Ian McKellen, invece anche proviene dai libri!

Mini recensione

Comprendo la stanchezza di Conan Doyle

“Elementary my dear Towbin … and Alan” ;) HMM! di Jon Hughes (Immagine ispirata ad uno dei racconti, “L’avventura degli omini danzanti”)

Titolo: Il ritorno di Sherlock Holmes
Serie: Sherlock Holmes (6)
Titolo originale: The Return of Sherlock Holmes
Genere: giallo
Autore: Sir Arthur Ignatius Conan Doyle (Wikipedia)
Nazionalità: britannica
Prima pubblicazione: 1905
Ambientazione: prevalentemente Londra, 1894-1897
Personaggi: Sherlock Holmes, John Watson, Stanley Hopkins
Casa Editrice: Newton Compton
Traduzione: Nicoletta Rosati Bizzotto
Copertina: Mikel Casal
Pagine: 208
ISBN: 978-88-541-1367-1
Provenienza: Libreria, 17 settembre 2010
Link al libro: IN LETTURAGOODREADSANOBII
inizio lettura: 1 marzo 2020
fine lettura: 17 marzo 2020

Sfide

Un po’ di frasi

Era la primavera del 1894. Tutta Londra e tutti gli ambienti più alla moda erano rimasti colpiti e sconvolti dell’assassinio dell’onorevole Roland Adair, avvenuto in circostanze straordinarie e inspiegabili.
[incipit]

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