La torcia

di Marion Zimmer Bradley

Titolo: La torcia
Titolo originale: The Firebrand
Genere: storico/mitologico
Autore: Marion Zimmer Bradley
Nazionalità: statunitense
Anno prima pubblicazione: 1987
Ambientazione: Troia (odierna Turchia), ca. 1250 a.C.
Personaggi: Cassandra
Casa Editrice: TEA
Traduzione: Roberta Rambelli
Pagine: 500
Link al libro: ANOBII
inizio lettura: 15 maggio 2009
fine lettura: 19 maggio 2009

La pioggia era caduta per tutto il giorno, ora battente, ora ridotta a sprazzi, ma senza cessare mai del tutto. Le donne avevano portato in casa le rocche e i fusi per filare accanto ai focolari, e i bambini stavano acquattati sotto i tetti sporgenti del cortile, e si avventuravano allo scoperto per pochi istanti tra un’acquata e l’altra per sguazzare nelle pozzanghere e lasciare tracce di fango all’interno dell’abitazione. Prima di sera la più vecchia tra le donne sedute accanto al fuoco cominciava a pensare che sarebbe impazzita per le grida e gli spruzzi, per le cariche dei minuscoli eserciti, il fragore delle spade di legno sugli scudi di legno, i rumori dei giocattoli rotti e i litigi conseguenti, il passaggio di consegne da un comandante all’altro, le urla dei “morenti” e dei “feriti” che venivano esclusi dal gioco.

[incipit]

La caduta di Troia vista dagli occhi di Cassandra: le protagoniste, volenti o nolenti, sono le donne.

Era da parecchio che volevo leggere questo libro. Mi piace il modo di “rivedere” storia e leggenda della Zimmer Bradley dal punto di vista delle donne, e questa sua parentesi nella Grecia antica non è stata inferiore alla saga di Avalon.

A volte, devo ammetterlo, mi pare quasi che la storia tocchi punte di eccessivo femminismo (alcune culture considerano gli uomini inutili, buoni solo per concepire), però c’è da dire che le eroine (ricordo la stessa cosa anche in altri romanzi) sono più moderate, non vogliono una prevaricazione della donna sull’uomo, ma solo rispetto e uguaglianza. Triste pensare che in 3 millenni ancora non li abbiamo ottenuti.

Tornando al libro, come dicevo, le protagoniste sono le donne, gli eroi greci fanno quasi tutti brutta figura, anche se non credo che la Zimmer Bradley si sia discostata molto dagli originali! ;) Gli unici che si salvano, a mio parere, sono Odisseo ed Enea.

Il segnalibro che ho usato durante la lettura mi è stato regalato da debnik85 in occasione del primo scambio di segnalibri nel gruppo Readers Challenge. Credo che sia semplicemente perfetto per questo libro! :)

Odisseo/Ulisse è un pirata, piuttosto simpatico (mentre normalmente è un personaggio che odio), amico di Troia, che, pur combattendo per gli achei, tenterà di non tradire. Enea pare veramente l’unico uomo “umano”, non pensa solo alla guerra, anzi vorrebbe la pace. Mi sembrava un po’ quasi scontato vederlo così, perché sono abituata a pensare all’Enea di Virgilio di cui ricordo dal Liceo l’insistenza sulla sua pìetas. Deifobo sembrava un po’ migliore dei fratelli, poi si è rivelato forse il peggiore. Achille è insopportabile proprio come l’ho sempre immaginato, lo stesso vale per Agamennone, con la sua arroganza. A proposito, immaginavo che fosse lui l’uomo della visione avuta da Cassandra bambina, ma perché allora non l’aveva riconosciuto prima? Paride invece era meno vigliacco di come l’avevo sempre immaginato, ma molto più antipatico! Polissena mi ha stupito, mi è piaciuta molto la sua decisione alla fine di ribellarsi al padre, e farsi sacerdotessa della Vergine. Clintennestra (moglie di Agamennone, compare solo alla fine) è un personaggio che non sono riuscita bene ad inquadrare. Cospira con Egisto per uccidere Agamennone (l’ho sempre applaudita per questo!), e riprende con prepotenza il suo ruolo di regina. Sembrerebbe un personaggio “positivo” in questo romanzo, ma Cassandra non la approva del tutto, la teme anche, e preferisce andar via da Micene. Veniamo poi a sapere che morirà poco dopo di parto e il figlio Oreste, uccidendo Egisto e insediandosi sul trono, ripristinerà il potere maschile, quindi alla fine è risultata un fallimento.

Ettore è stato forse il personaggio maschile che mi è piaciuto di più, per la sua umanità: non era “perfetto” come Enea, amava la guerra, ma sapeva anche comprenderne gli aspetti negativi, e dimostrarsi spesso anche saggio e generoso. Mi è piaciuta moltissimo la scena dell’ultimo incontro tra lui e Cassandra, quando si rivedono in spirito presso il campo acheo. E in generale anche gli altri incontri di Cassandra con gli spiriti sono stati brani molto belli, che mi hanno commosso!

Comunque, è davvero molto affascinante la ricostruzione di questo mondo così antico, gli usi diversi, la difficoltà a trovare il ferro per le armi, l’assenza della scrittura… quando penso a Troia penso sempre alla Grecia studiata a scuola, e mi dimentico che invece le vicende dell’Iliade erano considerate antiche già dagli antichi greci! ;)

Gli avvenimenti narrati a grandi linee ovviamente li conoscevo (tra l’altro, ho da poco comprato l’Iliade, e questo libro mi ha fatto venire una grandissima voglia di leggerla!!), in più c’erano le predizioni di Cassandra ad anticipare le cose, ma nonostante tutto ciò il libro è ugualmente pieno di momenti emozionanti.

Il finale non mi è piaciuto tantissimo, è forse un po’ troppo positivo: Cassandra sposa Zacinto, un uomo “femminista”, e fonda una città in cui si seguiranno le vecchie tradizioni, nel rispetto della Dea. Oltre a essere in contrasto col resto del romanzo, lo è un po’ anche col (bellissimo!) prologo. Però sono comunque contenta per lei!

Grazie a…

QUESTO LINK, che mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro.

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